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Chi la dura la vince

5 Dic

Il mio ranocchietto non aveva sofferto abbastanza per la pupù, ci voleva anche il vaccino a farlo tornare dolorante e “non espellente” (scusate il gioco di parole e l’ assonanza, ma la parola “stitico” proprio non mi piace).  Non l’ ho mai visto piangere tanto di dolore. Il pianto da fame dei primi due giorni era niente in confronto perchè almeno il seno gli dava un po’ di conforto.  Alla fine non ce l’ ho fatta a vederlo soffrire così e venerdì l’ ho portato al pronto soccorso pediatrico (ok, al corso di primo soccorso ci avevano sconsigliato di andare al PS pediatrico per cose leggere, ma il mio bambino è pur sempre il mio bambino e, se non riesco a gestire il suo male è ovvio che vada al PS—-> anche perchè la mia pediatra non c’è il venerdì pomeriggio). Grazie al cielo c’ era la bravissima dottoressa che avevamo incontrato due mesi fa e con un sondino ha risolto tutto… tre giorni di sofferenza cancellati con una cosa così semplice. Ma purtroppo il problema non è stato risolto definitivamente. E, invece di aspettare tre giorni, allo scadere del  secondo abbiamo tentato di far espellere il piccolo con i cosiddetti rimedi della nonna. Camomilla e finocchio hanno fallito, come ha fallito l’ integratore che ci aveva consigliato la pediatra.  La suppostina di glicerina si è distrutta prima di arrivare a destinazione. La stimolazione esterna è stata solo una sofferenza per il ranocchietto ed allora via, termometrino  unto con olio “proprio lì”, meno di un minuto di su e giù delicato e tutto è andato a buon fine. Sono felice che non si sia dovuto provare con il rametto di prezzemolo: il ranocchietto  non ha provato dolore e si è sentito subito meglio. E siamo stati ancor più felici di non avergli dovuto somministrare perette o medicinali. I sorrisi che ci ha regalato oggi, dopo tante lacrime, sono stati il regalo più bello che potesse farci. Spero solo che l’ effetto vaccino sparisca in fretta.. ogni volta che vedo il ranocchietto soffrire così mi si spezza il cuore.

E’ importante la pupù

23 Nov

Ebbene sì, nonostante tutti i bei discorsi fatti quando ero incinta, alla fine sono caduta nel più classico dei mammaclichè: parlo della cacca del mio bambino.

E’ abbastanza liquida o sembra pongo? Il colore ocra tende più al giallo o al verde? La quantità è sufficiente?

Cercavo di evitare l’ argomento. Dopotutto il mio ranocchietto è sempre in forma, non c’era ragione di preoccuparsi delle sue scorie.  Ma evidentemente il ranocchietto non era felice di questa mancanza di attenzioni e quindi ha ben pensato prima di iniziare a fare strani versi in corrispondenza di ogni evacuazione, poi di trasformare l’ adorabile pupù liquida (o quasi) da lattante in piccole palline di pongo.

Panico, la cacca non va più bene, il mio cucciolo ha qualcosa che non va. La pediatra mi dice che è normale nei bambini ad allattamento misto ed integriamo la sua dieta con fermenti lattici ed un miscuglio in gocce di camomilla, melissa e finocchio… peccato però che il miscuglio, che riporta la sorpresa nel pannolino all’ aspetto che dovrebbe avere, va somministrato solo per quindici giorni, passati i quali il ranocchietto sembra stare anche peggio di prima ogni volta che prova lo stimolo.

Dal momento che non è stitico non provo nemmeno con la stimolazione o con le perette.  E quindi passo a 50 ml fuori dai pasti o di acqua tiepida, o di camomilla o di tisana al finocchio (acqua solo minerale, camomilla e tisana ad hoc per lattanti —> anche se forse andrebbero bene anche quelle normali). I liquidi lo aiutano tanto, ma c’è sempre qualcosa che non va. Ultimo accorgimento disperato: passare dal latte in polvere a quello liquido già pronto. E, miracolo, il mio ranocchietto è tornato agli antichi splendori. Anche se ogni tanto lo vizio con l’ aggiunta di liquidi diversi dal latte (sempre lontano dai pasti per non riempire col niente il suo piccolo stomaco).

Il problema pupù mi ha perseguitata per tre settimane, giorno più, giorno meno. Ha riempito i miei pensieri e le chiacchierate con marito,  mamme, suocere ed amiche…

E’ provato: la maternità rincoglionisce.

PS: Se qualcuna volesse tentare con il proprio cucciolo ne parli prima col pediatra: non è detto che quello che va bene per il mio ranocchietto vada bene anche per i vostri!

 

Buonanotte fiorellino

13 Nov

Ho letto in più occasioni che i bambini vanno fatti addormentare sempre secondo lo stesso rituale per rendere l’ operazione rapida ed “indolore”… vorrei che col mio ranocchietto fosse così. Se provo con lo stesso metodo ogni sera il risultato non è garantito… quindi mi sono dovuta ingegnare (assieme a quel santo di mio marito) con metodi diversi, da utilizzare di sera in sera a seconda del  grado di irrequietezza del piccolo.

Grado 1- il piccolo è cotto di suo e tutto quello che chiede è una scusa per dormire subito : di solito questo avviene dopo una giornata particolarmente intensa ed una mangiata di quelle soddisfacenti, quindi tutto quello che mi tocca fare è appoggiarlo al mio petto, aspettare il ruttino e fargli pochissimi minuti di coccole.

Grado 2-aiuto mamma sto male: quando ha male al pancino ed è spaventato dal dolore lo cullo dolcemente tra le braccia cantando qualcosa che gli piace. Qualcosa che ascoltavo in gravidanza e mi rilassava particolarmente.

Grado 3- piccoli capricci crescono: quando il ranocchietto è noioso l’unica cosa che funziona è la chiacchiera infinita: parlo con voce dolce e rasserenante di tutto quello che mi viene in mente accarezzandogli il pancino finchè non crolla sfinito.

Grado 4- terremoto e tragedia: dopo aver tentato invano i punti 1-2-3 mio marito (io proprio non ce la faccio) passa al ciuccio forzato: mette il ranocchietto nel lettone, lo abbraccia e gli tiene il ciuccio finchè il piccolo non si è abbandonato al volere di Morfeo.

Di sicuro ogni volta ci vogliono speranza, dolcezza e pazienza, però nella quasi totalità delle notti il piccolo dorme dalle 8 alle 10 ore per notte. Con piccole pause cibo nelle quali evito di accendere qualsiasi tipo di luce e di fare movimenti bruschi per non renderlo troppo arzillo.

Nelle notti insonni dovute al mal di pancia ho cantato per ore (mj ti sarai rivoltato nella tomba!!!) massaggiandolo… non che sia servito a lenire il suo dolore, ma almeno sapeva di non essere solo ed indifeso.

 

In viaggio col ranocchietto

4 Nov

Ed eccolo, puntuale come ogni  anno, il ponte  dei morti. Io ed il maritino fuggiamo sempre da Rimini per queste ricorrenze (evitare parenti, cimiteri, pranzi in famiglia è ormai la nostra specialità) ed abbiamo deciso che l’ avvento del ranocchietto non doveva essere una scusa per saltare questa fuga a piè pari.

Siamo partiti in macchina alla volta di Torino ed il piccolo ci ha piacevolmente stupiti, svegliandosi solo allo scadere delle 4 ore e mezzo di viaggio affamato come un drago di commodo.  Anche se siamo una famiglia piuttosto atipica ed un po’ selvaggia proprio non me la sono sentita di fermarmi in autogrill per la doppietta “pappa&cambio”, così mi sono attrezzata in auto con scaldabiberon portatile, mega asciugamano per evitare di lavare me stessa ed il sedile con l’ inevitabile schizzo di pipì che il ranocchietto produce inevitabilmente ogni volta che gli si toglie il pannolino ed una marea di salviette per l’ igiene intima. Sosta in piazzola e via, prontissima a soddisfare tutte le necessità del bambino senza muovermi dal sedile posteriore.

Non abbiamo fatto grossi danni… niente rigurgitini sui sedili e nemmeno una macchia  di latte o pipì. Però  devo ammettere che la carrozzina ben saldata ai sedili ha reso ancora più angusto lo spazio dell’ abitacolo… e sto pensando di fare un corso da contorsionista prima di affrontare il prossimo viaggio!

Quel piacione del mio ranocchietto

18 Ott

Mi avevano detto che i neonati non fanno sorrisi  consapevoli  fino al terzo/quarto mese. Quindi o il mio ranocchietto ha uno sviluppo neurale molto al di sopra della media (visto che non ha nemmeno un mese) oppure le mie fonti fanno le super-informate ma alla fine non sanno nulla. Giovedì scorso, in occasione del nostro anniversario, io e mio marito siamo andati a cena fuori e, come al solito, abbiamo portato con noi il piccolo.  Ad un certo punto si mette a “fare la gnornia” , così lo prendo in braccio. Una bimba di 4/5 anni lo vede e comincia a fargli le boccacce. E mio figlio sorride. Fa il primo sorriso consapevole ad una biondina che lo prende in giro e non alla sua mamma, al suo papà o a qualcuno dei nonni o degli zii…

Se il buongiorno si vede dal mattino … aaaaaaaaaarrrrrgggggghhhhh!

Le mille luci di una grigliata

11 Ott

Immagine da italia.torange.biz

Il mio ranocchietto sta aprendo quel cassetto del mio cuore in cui la vita da adulta aveva rinchiuso lo stupore e la fantasia.  E’ bastata una griglia sul terrazzo e noi due dietro alla finestra, in una stanza buia, ad osservare i mille giochi di luci e di ombre che il fuoco all’ esterno proiettava sulle pareti.  Per me era penobra, ma per lui si deve essere aperto un mondo nuovo, fatato… con la bocca aperta e gli occhioni sgranati passava lo sguardo da una parete al soffitto all’ altra parete, come per non perdersi nulla. Osservava incantato, come se la danza delle ombre stesse compiendo qualche rituale magico solo per lui.  E, persa nei suoi occhi, sono entrata piano piano nel suo mondo.  E mi sono persa nei volteggi di ballerine di fumo, nel contrattare di mercanti di fuoco, nei baci rubati di amanti d’ ombra. Chissà cosa ci ha visto il mio ranocchietto.  Chissà se quel bel sonno popolato da sogni piacevoli che è seguito alla grigliata era pieno di queste figure eteree. Darei tutto per poter entrare nei suoi pensieri e vedere il mondo come lo vede lui, incontaminato, pieno soltanto di cose meravigliose. Vorrei che mi parlasse e mi raccontasse quello che vede… ma lo voglio davvero? Forse un giorno mi mancheranno questi giorni ovattati in cui tutto va interpretato solo attraverso quel linguaggio segreto che io e lui ci stiamo costruendo e che nessun altro può capire.  Ma spero che non debbano mancarmi mai i suoi occhioni incantati e la bocca aperta ad “O” perchè il suo stupore e la sua meraviglia randono il mondo un posto migliore. Almeno per me.

Mamma ho fame (ovvero il mistero della montata lattea)

8 Ott

 

grazie sanrio per l' immagine

 

Nessuno mi aveva spiegato, in dettaglio, come si presenta la montata lattea.  Ho sentito milioni di discorsi sul colostro, sul suo potere nutritivo (una goccia basta a sfamare il neonato),  ma nulla mi aveva preparato a distinguere le poche gocce al fiume in piena che ti fa “perdere” peggio di un serbatoio bucato ovunque tu sia.

Al mio ranocchietto, passati i primi tre giorni di assestamento, il colostro non bastava più. La mia montata lattea tardava ad arrivare ma io, ignara di questo, ho continuato ad allattarlo al seno a richiesta. E basta. E la mattina del quarto giorno ho trovato  una macchia rossa nella sua pipì  che, unita al pianto disperato che continuava da ore, mi ha fatto venire un colpo al cuore (OH MAMMA… CI SARA’ UN PROBLEMA AI RENI?????). Al pronto soccorso pediatrico abbiamo scoperto che quello che io avevo scambiato per montata lattea era ancora solo colostro. Che il rosso nella pipì erano gli urati della gravidanza che ranocchietto non aveva finito di smaltire visto che non si stava nutrendo a sufficienza.  E che piangeva per la fame. Grazie al cielo esistono il latte artificiale, i tiralatte con la stimolazione e dottoresse capaci che sanno come calmare i genitori ansiosi e risolvere i problemi.

Passata la paura iniziale sono andata un po’ in crisi: dopo anni di discorsi sull’ importanza dell’ allattamento al seno, su quanto io sia cresciuta forte e sana perchè mia mamma mi ha allattata per tanti mesi, l’ idea di ricorrere al mix tiralatte/latte artificiale mi ha fatta sentire una mamma “inadeguata” , perchè non in grado di nutrire il mio bambino.  Ci ho messo un po’ ad accettare la cosa, e più mi deprimevo meno il poco latte che avevo voleva uscire. Quando mi sono rilassata il latte ha cominciato ad aumentare. Adesso riusciamo a fare un paio di pasti al seno ed il resto seno/integrazione, e devo dire che quando il mio ranocchietto mi guarda con tutto l’ amore del mondo anche se gli sto dando il biberon sento quel benessere e quella gioia che ho quando l’ allatto al seno..

Una persona saggia mi ha detto: ascolta tutti quelli che ti danno consigli e che ti giudicano, fai sempre sì con la testa, e poi ascolta solo quello che ti dicono il tuo cuore ed il tuo ranocchietto…

Forse dovevo ascoltarla prima di farmi venire una crisi depressiva….   🙂